I Giusti non sono né santi né eroi, ma persone comuni che a un certo punto della loro vita, di fronte a ingiustizie e persecuzioni, sono stati capaci di andare con coraggio in soccorso dei sofferenti e di interrompere così, con un atto inaspettato nel loro spazio di responsabilità, la catena del male.
Nei Giardini vengono onorati i Giusti della Shoah, ma anche chi ha salvato vite umane nel corso di tutti i genocidi e omicidi di massa come quelli armeni, bosniaci, cambogiani, ruandesi. Viene omaggiato il coraggio civile di giornalisti, intellettuali, diplomatici, religiosi, ma anche semplici cittadini che si assunsero una responsabilità di fronte alle crisi e ai crimini contro l'umanità commessi nel ventesimo e ventunesimo secolo, ed anche quello di coloro che hanno salvaguardato la dignità umana durante i regimi totalitari del nazismo e del comunismo.
Non esisterà mai una tipologia esaustiva degli uomini Giusti, perché nel corso della storia e in ogni contesto appaiono sempre figure nuove, capaci con la loro coscienza e la loro capacità di giudizio di anticipare il corso degli avvenimenti.
Raccontare le loro storie è un modo per ricordare a ciascuno che ci si può sempre mettere in gioco e intervenire in difesa di un diritto fondamentale. Per questo li onoriamo nei giardini a loro dedicati il 6 marzo, in occasione della Giornata dei Giusti istituita nel 2012 dal Parlamento Europeo e dal 2017 solennità civile in Italia.
IL GIARDINO DEI GIUSTI DIFFUSO DI BASIGLIO
Da queste premesse, il Comune di Basiglio, riconosciuto l’alto valore simbolico, educativo e valoriale dell’iniziativa, ha deciso di creare un Giardino dei Giusti, inaugurato il 6 marzo 2022. La struttura territoriale del Comune, spesso identificata come vera e propria città giardino, ha fatto nascere l’idea di creare un Giardino dei Giusti Diffuso, ovvero intitolare alberi ai Giusti delle Nazioni non in un luogo specifico e delimitato, ma su tutto il territorio, in prossimità di luoghi rappresentativi per la vita della cittadinanza. Gli alberi, da sempre individuati come immagine di virtù positive, sono stati scelti tenendo in considerazione anche la loro bellezza, la simbologia loro attribuita e la longevità.
Davanti a ogni albero, è stata posata un’installazione realizzata dall’artista Anna Teresa Ritacco per creare un collegamento fisico e mentale tra la natura e l’uomo, tra il Giusto e i principi che lo hanno ispirato, tra le sue azioni e la comunità di cui facciamo parte.
Assieme alle associazioni e al CCR - Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi sono stati individuati i nomi dei primi cinque Giusti il cui ricordo verrà tramandato nella nostra città.
Simone Veil, Rachel Carson, Gino Bartali, don Giovanni Barbareschi e Nelson Mandela sono le prime grandi figure di donne e uomini che il Comune di Basiglio vuole ricordare tra i tanti Giusti che hanno dedicato la loro vita all’umanità.
Il Giardino dei Giusti Diffuso crescerà nel tempo, insieme alla sua comunità. Il 6 marzo di ogni anno verranno intitolati nuovi alberi a quelle persone che hanno dedicato – e alcune dedicano tutt’ora - la propria vita all’umanità.
L’ARCHITETTO ANNA TERESA RITACCO
Anna Teresa Ritacco nasce a Belvedere Marittimo (CS) il 20 gennaio 1971. Ha conseguito la laurea in architettura presso l’università IUAV di Venezia. Vive e lavora come libero professionista architetto/artista a Milano. È membro nella Commissione ad Acta nella Provincia di Milano settore Architettura e viene nominata come membro esterno per la commissione unica di laura Magistrale al Politecnico di Milano. Fa parte del gruppo europeo degli Architetti Artisti Ligne et Couleur di Parigi, da diversi anni, esponendo le opere in tutta l’Europa. Ha scritto numerosi articoli per testate di settore nel mondo dell’architettura e dell’arte, per diverse pubblicazioni.
Anna Teresa Ritacco ricerca nella sua arte forme espressive che favoriscano l’incontro di culture, saperi ed emozioni, che diventino poi spunto di riflessione e rinnovamento individuale e collettivo.
Attraverso la scultura costruisce il suo mondo concettuale e architettonico del dinamismo ininterrotto che caratterizza la vita e la rende unica, con il ferro; materiale apparentemente freddo ma duttile nel concepire le forme dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni dei tagli e delle inclinazioni.
“ Lo scopo della mia arte, oggi, è restituire e rendere fruibile la complessità del contemporaneo attraverso le molteplici sfaccettature di forme tra pieni e vuoti, che si ritrovano nelle mie creazioni con la finalità di espandere ed innovare espressività e pensieri, raccogliendo e testualizzando esperienze culturali diverse, in un solo contesto che rappresenti l’insieme del nostro vivere spazio e tempo odierni.”
LE SCULTURE
Le mie sculture-figure in ferro trattato, sono state pensate in una continua metamorfosi-mutamento, come un atto inaspettato nel loro spazio temporale.
Rimandano al fruitore un dinamismo instancabile, visioni diverse in base all’angolazione dalla quale si osservano, mutano nel loro apparire dialogando con la percezione di chi le guarda: sono parte cangiante del divenire. Sono l’esito di una ricerca continua sull’espressività e la trattabilità dei vuoti, che sfida un materiale greve come il ferro, trattato corten.
Le installazioni nascono come sinergia, in una sorta di osmosi che dà vita ad intrecci continui, tra la natura ed il loro fruitore, vivono e cambiano colore e forma con essi, si tendono la mano.
La frase che narra il Giusto è parte dell’opera stessa, un divenire intrinseco nella sua forma; scolpita su di una tavola di vecchio rovere, opportunamente trattata, rende la citazione una “targa vivente” che cambia colore e vita secondo le stagioni e la percezione di ognuno di noi.
Catturare lo spazio e il tempo, le sfaccettature del contemporaneo, tra materia e assenza, segni tangibili e l’effimero: questo è il valore dei “vuoti”, come esseri di per sé viventi, ricchezza di possibilità, come nella cultura Orientale, un limbo vergine in cui si può navigare senza rotte, senza inibizioni.
Stefania Pieralice, critica d'arte che ha curato con Achille Bonita Oliva l' "Atlante dell'Arte Contemporanea" edito da De Agostini, ha scritto delle opere basigliesi dell'Architetto Ritacco: "Collocate all’interno del Giardino dei Giusti diffuso di Basiglio, a fianco degli alberi dedicati a Simone Veil, Nelson Mandela, Rachel Carson, Don Giovanni Barbareschi e Gino Bartali, le sculture di Anna Teresa Ritacco dialogano con la cittadinanza e il territorio, rendendo omaggio ai Giusti di ogni genocidio e ragionando sulla loro storia"