SIMONE VEIL (1927 - 2017) Prima donna Presidente del Parlamento Europeo
"Come potevamo vivere, con ciò che è accaduto, tutti insieme? Ho auspicato che si formasse un’Europa unita. A condizione di non dimenticare".
Biografia
Nata a Nizza il 13 luglio 1927, figlia di ebrei parigini, Simone fa appena in tempo a conseguire la maturità prima che lei e la sua famiglia (madre, padre, due sorelle e un fratello) vengano deportati nel marzo del ’44. Il primo campo che conoscerà è quello di Auschwitz. Quando viene catturata dai nazisti - che avevano stabilito il loro quartier generale all’Hotel Excelsior nel capoluogo del dipartimento delle Alpi Marittime - i suoi documenti falsi non servono a nulla. Nonostante il lavoro massacrante, la fame e le condizioni insopportabili delle baracche del campo, la sedicenne Simone - che si era dichiarata 18enne per evitare la camera a gas, insieme alla madre e la sorella Milou - conserva un’aria luminosa e viene notata da una Kapo polacca: “sei troppo carina per morire qui”, le dice. Le tre donne vengono quindi fatte trasferire nella fabbrica del campo “meno duro” di Bobrek e poi a Bergen-Belsen, dove la madre Yvonne morirà di tifo. Quando il 14 aprile 1945 gli inglesi liberano quest’ultimo campo, Simone e le due sorelle Milou e Denise sono le uniche sopravvissute della famiglia.
Una volta tornata in Francia, nel ’47 si sposa con Antoine Veil, dal quale prenderà il cognome e con cui avrà tre figli. Due anni dopo si laurea in giurisprudenza. Addetta al ministero della Giustizia dal ’57 al ’59, diventa poi consigliere tecnico per i problemi giuridici del primo ministro Pleven, nel ’69. Dal ’70 al ’74 è segretario generale del Consiglio superiore della magistratura. Non aderisce a partiti politici, ma sostiene la politica di Giscard d’Estaing, che la nomina ministro della Sanità, carica che ricoprirà fino al 1979. In questa veste, lotta per i diritti delle donne, svolgendo un ruolo primario nella complicata approvazione della legge sull’aborto. La Veil deve infatti affrontare un dibattito molto duro e nemmeno gli attacchi verbali alla sua persona fermano la ministra: la legge sulla depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza sarà ricordata come Loi Veil.
Nel 1979 Simone diventa la prima donna Presidente del Parlamento europeo e anche la prima a presiedere il Parlamento europeo direttamente eletto. Sarà inoltre guida del gruppo liberale a Bruxelles. Queste esperienze di leadership in Europa le ridanno, in parte, il sentimento di appartenenza ad una comunità e di fiducia verso le persone che aveva perso. Negli anni ’90 per la seconda volta le viene affidato il ruolo di ministro della sanità in Francia. La sua forza e il suo impegno sono inesauribili: sarà presidente e poi presidente onorario della Fondation pour la Mémoire de la Shoah (Fondazione per la memoria della Shoah), membro dell'Accademia di Francia e del Consiglio costituzionale. Simone Veil è stata un esempio dal punto di vista umano, politico e culturale, ha portato avanti in modo instancabile tutti gli incarichi che le sono stati affidati, e creato un’istituzione che lavora affinché la memoria storica sia la base di una società migliore.
Dal 1 luglio 2018, a un anno dalla morte, avvenuta il 30 giugno 2017, Simone Veil riposa nel Pantheon, dove sono sepolti gli altri grandi nomi di Francia, tra cui Voltaire e Zola.
Fonte: it.gariwo.net
SCULTURA PER SIMONE VEIL
Posta vicino ad una quercia simbolo di virtù, coraggio, perseveranza e dignità, la scultura si mostra lineare ma, al contempo, poliedrica nel suo offrirsi allo sguardo di chi la osserva: una spinta irrompente verso l’alto. Proprio come il Giusto che rappresenta, vuole essere “forza travolgente” messa al servizio di un’umanità più degna. Simon Veil portava alla politica non il semplice anelito di cambiare le cose, ma l’aspra volontà di combattere per l’essenziale. Ed è proprio quell’essenziale di geometrie, erette ed inclinate, che genera energia, un vortice di spinte, che crea vita.
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